PROGRAMMA
LE GIORNATE
PROGRAMMA DEL
30 Ottobre
(Isabella Abbona/Edgardo Mauri/Luciano Longo/Massimo Innocenti – Società Adriatica di Speleologia/Speleovivarium)
Lo Speleovivarium nasce nei primi anni 90, da un’ iniziativa della società Adriatica di Speleologia, nella persona di Erwin Pichl.
L’ intento è quello di creare all’ interno di un bunker antiaereo nel centro di Trieste, un laboratorio biospeleologico per studiare il proteo.
La struttura oltre a vasche espositive dove venivano ospitati oltre al proteo, numerosi altri abitanti del sottosuolo, si arricchisce negli anni di ulteriori sezioni, dalla geologia, alla paleontologia, storia della speleologia e attività urbana.
Mantenendo ed implementando la struttura espositiva museale, lo Speleovivarium si appresta ad un’ ulteriore passo: quello di diventare un centro di primo soccorso dei protei, oltre a continuare la proficua attività scientifica.
A cura di Paolo Toffanin ( presidente Società Alpina delle Giulie), Alberto Giorgi, Commissione Grotte E. Boegan
Nuove scoperte in un’affascinante grotta che si affaccia sul lago Koman, con uno sviluppo che supera il chilometro per 230 metri di profondità, e notevoli morfologie ipogee che testimoniano la storia complessa della cavità.
Gruppo Speleologico Mantovano
Una ricerca idrogeologica delle sorgenti fiume Aril e Rio Molini
Club Alpinistico Triestino. A cura di Duilio Cobol e Franco Riosa
Storia delle esplorazioni speleosubacquee alla risorgiva del Riu Neri (Socchieve –
UD), dalle prime scoperte, agli scavi, al progetto scientifico.
Lazzaro – Gruppo Speleologico Piemontese – Andrea Moretti
Uno sguardo orizzontale su una speleologia trasversale quanto profondamente umana.
Un breve racconto, una storia per immagini, che custodisce volti e frammenti di speleologia marguaresiana.
PROGRAMMA DEL
31 Ottobre
Gruppo Speleologico Martinese e Associazione Continent 8
Il gruppo speleologico Martinese e l’associazione Continent 8, insieme ad amici da
tutta Italia e Europa, raccontano la Shpella Shtares, una grotta sempre più
complessa e attraversata da fiumi d’aria gelida.
Philippe Crochet, Annie Guiraud
Exploring almost forgotten caves with exceptional formations in a distant country that is largely closed to foreigners is the stuff of dreams for any caving photographer who loves expeditions. Once there, after overcoming numerous obstacles, the reality exceeded the dream: caves covered in dazzling white gypsum, with surprising crystallizations and colors, were revealed. Beyond the meticulous work of documenting this unique underground treasure, the photographer is led to question the role of the image: will this spotlight encourage the long-term protection of these caves, or, on the contrary, cause their deterioration through overcrowding or the exploitation of minerals?
Esplorare grotte quasi dimenticate con formazioni eccezionali in un paese lontano, in gran parte chiuso agli stranieri, è il sogno di qualsiasi fotografo speleologo che ami le spedizioni. Una volta lì, dopo aver superato numerosi ostacoli, la realtà ha superato il sogno: grotte ricoperte di gesso bianco abbagliante, con cristallizzazioni e colori sorprendenti, sono state svelate. Oltre al meticoloso lavoro di documentazione di questo tesoro sotterraneo unico, il fotografo è portato a interrogarsi sul ruolo dell’immagine: questa attenzione incoraggerà la protezione a lungo termine di queste grotte o, al contrario, ne causerà il deterioramento a causa del sovraffollamento o dello sfruttamento dei minerali?
Philippe Crochet, Annie Guiraud
During the third Luzes na Escuridão expedition, whose goal is to photograph Brazil’s most beautiful caves, the authors spent a month in northern Brazil in the Amazon region. And they went from one surprise to another: first, the shock of discovering the Amazon rainforest and the enormous rivers that run through it, an extraordinary universe that at first glance seems impenetrable. The caves themselves were no less fascinating: entrances cascaded with waterfalls, a varied and sometimes disturbing cave fauna, geological curiosities such as caves in sandstone or laterite, and numerous prehistoric remains. Their journey ended at the incredible Lençois de Maranhenses, an expanse of white dunes dotted with freshwater lakes.
mineral exploitation
Durante la terza spedizione di Luzes na Escuridão, il cui obiettivo è fotografare le grotte più belle del Brasile, gli autori hanno trascorso un mese nel nord del Brasile, nella regione amazzonica. E sono passati da una sorpresa all’altra: prima, lo shock della scoperta della foresta pluviale amazzonica e degli enormi fiumi che la attraversano, un universo straordinario che a prima vista sembra impenetrabile. Le grotte stesse non erano meno affascinanti: ingressi con cascate, una fauna cavernicola varia e a volte inquietante, curiosità geologiche come grotte di arenaria o laterite e numerosi resti preistorici. Il loro viaggio si è concluso presso gli incredibili Lençois de Maranhenses, una distesa di dune bianche punteggiata da laghi d’acqua dolce.
sfruttamento minerario
Gianni Benedetti (Gruppo Triestino Speleologi APS)
Recentemente sono state intraprese ricerche archivistiche storiche e sul terreno per svelare due diversi misteri legati a due grotte del Carso triestino che hanno coinvolto gli speleologi giuliani.Il primo ha per protagonista un abisso del territorio carsico esplorato e rilevato nel 1924 e mai più rintracciato nonostante le accanite ricerche durate decenni.Il secondo riguarda una misteriosa tavoletta con segni grafici ignoti rinvenuta dal Gruppo Triestino Speleologi nel 1949 alla Grotta del Frassino.
Di Antonio Premazzi
Presentazione del libro a cura dell’autore.
A cura di Alessandro Uggeri e Mario de Biasi
Vengono presentati i risultati di 5 anni di monitoraggio delle temperature delle arie delle grotte del Campo dei fiori (VA) e di test col Naso: se ne ricava un modello locale sul clima sotterraneo e importanti indicazioni per le esplorazioni.
The Texas Edwards Plateau is a prominent karst region in the USA, characterized by numerous caves
formed in Cretaceous limestone, hypothesized to be primarily of hypogene origin. However, the
sources and pathways of upwelling deep water in some portion of this karst region remain unclear. The
Deep and Punkin Cave Preserve, managed by the Texas Cave Management Association, is located in
the southwest part of the Edwards Plateau karst region. This preserve contains two known caves
developed in the Lower Cretacous Devils River formation, which outcrops south of the trans-tensional
Carta Valley Fault zone, a significant tectonic feature in the area. However, the role of the Carta Valley
Fault zone in water circulation and speleogenesis is not well understood. The Greater Houston Grotto
conducted a geological and structural survey focusing on the local expression of this major trans-
tensional fault zone and the stratigraphy of the Devils River formation. The primary objective of this
study is to provide insights into the mechanisms governing speleogenesis within this karst system.
L’Altopiano di Edwards, in Texas, è un’importante regione carsica degli Stati Uniti, caratterizzata da numerose grotte
formatesi nel calcare del Cretaceo, che si ipotizza siano principalmente di origine ipogena. Tuttavia, le
fonti e i percorsi di risalita delle acque profonde in alcune parti di questa regione carsica rimangono poco chiari. La
Deep and Punkin Cave Preserve, gestita dalla Texas Cave Management Association, si trova nella
parte sud-occidentale della regione carsica dell’Altopiano di Edwards. Questa riserva contiene due grotte note
sviluppatesi nella formazione del Devils River, risalente al Cretaceo Inferiore, che affiora a sud della zona di faglia transtensionale
della Carta Valley, un’importante struttura tettonica della zona. Tuttavia, il ruolo della zona di faglia della Carta Valley
nella circolazione idrica e nella speleogenesi non è ben compreso. La Greater Houston Grotto
ha condotto un’indagine geologica e strutturale incentrata sull’espressione locale di questa importante zona di faglia transtensionale e sulla stratigrafia della formazione del Devils River. L’obiettivo principale di questo
studio è quello di fornire informazioni sui meccanismi che governano la speleogenesi all’interno di questo sistema carsico.
Un’intervista radio al I Congresso internazionale di speleologia (1953) Michele Sivelli dialoga con Stefano Gambari (Circolo Speleologico Romano).
A conclusione del I Congresso internazionale di speleologia (1953), Carlo Franchetti, Saverio Patrizi e Marcello Cerruti rilasciano un’intervista per la radio sull’utilità sociale della speleologia, le scoperte esplorative, le forme di specializzazione della fauna troglobia. Cos’è la speleologia? Una domanda sempre attuale, alla quale si tenta una risposta nel saggio introduttivo, ripercorrendo le fasi principali della sua storia e del rapporto tra speleologi e mass media. Dal tentativo di Eduard Martel di legittimarla quale ‘scienza sintetica’ alle contaminazioni positive con le pratiche degli sport della natura, e insieme attraverso antiche semplificazioni giornalistiche che la considerano non altro che ‘alpinismo alla rovescia’, si ripercorre un periodo storico fondamentale, di crescita e fondazione, della speleologia italiana e mondiale
A cura Matteo Caldana gruppo speleologico Epanteri
Lo scopo di questa ricerca è dimostrare che la raccolta dati tramite l’indagine aerea fotografica visibile e termica del terreno con un drone (UAS) può rilevare un numero molto maggiore di ingressi di un sistema carsico rispetto al tradizionale metodo di ricerca con persone a terra . Lo studio è tutt’ ora in corso e in fase di aggiornamento.
Proporremo una metodica ripetibile basata sulla nostra esperienza, facile ed intuitiva anche per i non esperti.
Presenteremo i risultati parziali di un anno di ricerche con diverse zone analizzate, in particolare la Val Maremola, il
Bardinetese e altre zone carsiche minori in Provincia di Savona, con la scoperta di più di una decina di grotte Nuove
A cura di Luca Imperio, Tullio Bernabei e Alessandro Beltrame
A fine gennaio è rientrata la spedizione organizzata dall’Ass La Venta in Oman, sull’altopiano semidesertico di Jabal Samḥān. Una ripida scogliera a circa 1000 m slm, che domina la costa tra le città di Mirbat e Salalah.
L’obbiettivo prefissato era quello di provare ad esplorare la grotta superando i limiti delle spedizioni precedenti.
La parte difficile della progressione oltre alle normali difficoltà speleologiche è stata la costante presenza di Co2, in percentuali molto importanti. Nel punto dove si è fermata l’esplorazione è stata misurata una percentuale di Co2 del 4,6 %. Per procedere in sicurezza, abbiamo usato dei concentratori di ossigeno che ci hanno permesso almeno in parte di ristabilire le percentuali di ossigeno nella miscela respirabile, evitando danni importanti ai polmoni.
Con i concentratori siamo riusciti a raggiungere il limite delle esplorazioni precedenti, siamo fermi sulla riva di un lago sotterraneo, ma per proseguire, non cerano le condizioni minime di sicurezza per cui tutto rimandato alla prossima spedizione, dove probabilmente dovremo costituire delle stazioni di aria con bombole ad aria compressa e di ossigeno da posizionare lungo la zona in esplorazione.
A cura di Alberto Giorgi, CGEB Trieste
Verrà presentata una proposta metodologica che mira a integrare il rilievo topografico ipogeo con informazioni geologiche e geomorfologiche osservabili anche da speleologi non geologi.
A cura di Marco Restaino, Societa Adriatica di Speleologia
Speleosservazioni tra nuovi siti e protei giganti.
Nel 1982 Sergio Dolce ed Erwin Pichl, pubblicano un contributo sulle conoscenze relative alla distribuzione del proteus anguinus sul carso classico.
Ad oltre 40 anni dalla pubblicazione, cos’è cambiato?
Un viaggio tra i siti allora presi in considerazione, osservazioni speleologiche sulle varie popolazioni, nuove località,
e grandi sorprese!
A cura di Camilla Tossi, Commissione Centrale per la Speleologia e Torrentismo CAI
Il progetto Speleo Dentro ha lo scopo di incubare le potenzialità di nuovi speleologi dal punto di vista tecnico, scientifico e divulgativo. Questo sviluppo si è realizzato grazie all’unione di studenti e istruttori CAI da tutte le regioni italiane, per una formazione condivisa creando una rete comunitaria ampia e profonda
Un film di Alessandro Anderloni, Soggetto di Francesco Sauro, coproduzione Federazione Speleologica Veneta – Accademia della Lessinia.
Due anni di riprese, 30 discese nell’abisso, oltre 70 speleologi coinvolti per raccontare l’affascinante storia delle esplorazioni nella Spluga della Preta
A cura di Marcello Manea e Matteo Scapin
Il libro si compone di 608 pagine a colori in formato 16 x 24 cm edito da Idea Montagna srl di Villa di Teolo (PD); nelle prime cento pagine introduttive vengono trattati gli aspetti geologici, paleontologici, faunistici, culturali e storici del territorio. Le parti successive del libro descrivono dal punto di vista tecnico e della storia esplorativa tutte le 178 grotte.
L’altopiano Faedo Casaron è un luogo bello, importante per il vicentino e pieno di risorse. Ogni grotta è documentata con materiali tecnici e narrativi, rendendo il lavoro una sintesi di esplorazione, scienza e memoria collettiva.
Chiara Manfrin, Raffaele Bruschi e Marco Restaino
Il sistema sotterraneo Reka–Timavo, tra Slovenia e Italia, è un ambiente ancora poco conosciuto. Per studiarne la biodiversità, abbiamo utilizzato il DNA ambientale (eDNA), campionando l’acqua in due grotte, una slovena e una italiana, nell’estate 2024. Le analisi hanno rivelato comunità molto diverse. La scoperta più sorprendente riguarda il DNA degli idrozoi, raramente segnalati in ambienti sotterranei: abbiamo rilevato la medusa asiatica Craspedacusta sowerbii, già diffusa in Europa ma difficile da osservare, e Velkovrhia enigmatica, specie unica e endemica del Carso Dinarico.
Questi primi risultati mostrano come l’eDNA sia uno strumento innovativo ed efficace per esplorare la vita nascosta negli ecosistemi sotterranei.
A cura di Alberto Giorgi, Commissione Grotte E. Boegan
Due anni di attività speleologica e di rilevamento geologico su un massiccio carsico ancora inesplorato ai confini delle “Montagne Maledette”, le Prokletija albanesi, regno di ghiaccio e pietra.
Philippe Crochet, Annie Guiraud
Anyone who has had the opportunity to visit caves in New Zealand, whether as a caver or a tourist, is bound to be fascinated by the glowworms whose unreal lights illuminate some of the caves. But taking photos that reveal both their bluish light and their environment is a real challenge, requiring the use of specific photographic techniques
Chiunque abbia avuto l’opportunità di visitare le grotte in Nuova Zelanda, sia come speleologo che come turista, è inevitabilmente rimasto affascinato dalle lucciole, le cui luci irreali illuminano alcune grotte. Ma scattare foto che rivelino sia la loro luce bluastra che l’ambiente circostante è una vera sfida, che richiede l’uso di tecniche fotografiche specifiche.
A cura di Luca Pisani, Società Speleologica Italiana ETS
Tra il 2024 ed il 2025 la Società Speleologica Italiana ETS ha avviato la realizzazione del documentario HIDDEN WATERS – LE ACQUE NASCOSTE. Questo progetto, dal taglio divulgativo e destinato ad un ampio pubblico, intende documentare l’eccezionale valore naturalistico, storico e culturale del patrimonio delle acque sotterranee in Italia. La speleologia, in quanto attività prettamente multidisciplinare, documenta, studia e salvaguardia queste straordinarie risorse, nascoste sotto la superficie. Al raduno “Capovolta”, verrà proiettata una breve clip tratta dall’introduzione del documentario, che si prevede uscirà nella sua versione completa nel corso del 2026.
Philippe Crochet, Annie Guiraud.
After an initial reconnaissance in 2023, a scientific documentation expedition took place in the Köýtendag massif of Turkmenistan in April 2024. This massif is home to caves that were explored and studied by Russian cavers in the 1980s, but have since been almost completely forgotten. The 17-people multidisciplinary team had several objectives, including surveying known caves and a 3D photogrammetric rendering of one of them, studying the karstological context and cave fauna, and looking for new caves. But photographic documentation of the caves also had a special place, with a dedicated team ensuring that images were available to fully enhance the expedition
Dopo una prima ricognizione nel 2023, nell’aprile 2024 si è svolta una spedizione di documentazione scientifica nel massiccio del Köýtendag, in Turkmenistan. Questo massiccio ospita grotte esplorate e studiate dagli speleologi russi negli anni ’80, ma da allora quasi completamente dimenticate. Il team multidisciplinare di 17 persone aveva diversi obiettivi, tra cui il rilevamento di grotte note e la rappresentazione fotogrammetrica 3D di una di esse, lo studio del contesto carsico e della fauna cavernicola e la ricerca di nuove grotte. Ma anche la documentazione fotografica delle grotte ha avuto un ruolo speciale, con un team dedicato che ha garantito la disponibilità di immagini per valorizzare appieno la spedizione.
A cura di Andrea Scatolini – Associazione ‘La Scintilena’
Il case of study di Perplexity, l’evoluzione della AI generativa che annulla le allucinazioni
Di Massimiliano Romani e Cristiano Ranieri
Il video è stato girato nei primi mesi del 2025 a Todi in due condotti drenanti di un muro di sostruzione romano del I secolo a.C. Racconta del lavoro di documentazione effettuato con rilievo 3D delle gallerie e dell’uso dei droni, anche all’interno del sistema sotterraneo. In particolare affronta il tema legato alle nuove possibilità di indagine che è possibile attivare grazie a rilievi tridimensionali che superano la classica riproduzione in pianta e in sezione. Il lavoro è frutto della collaborazione tra il Gruppo speleo-archeologico Vespertilio ed il Gruppo speleologico Todi 1969.
Andrea Maconi (G.G. Milano CAI SEM), Marco Corvi (Speleo Club Ribaldone)
Dopo anni di assenza, riprendiamo il punto dello stato delle esplorazioni nella Grigna Settentrionale, a partire dalla faticosa giunzione dell’Abisso delle Spade con W le Donne e il complesso del Releccio/Grignone Alfredo Bini nel 2021. Segue il racconto delle ultime importanti esplorazioni, tra cui l’ostico abisso “Pozzo nel Dito”, il nuovo “Complesso del Ghiaccio” e la scoperta di un nuovo abisso, dedicato al compianto Alberto Buzio, socio G.G.M. scomparso nel 2021. Infine, si presentano in breve i risultati dello studio idrogeologico di tracciamento delle acque sotterranee svolto nel 2019.
Un film di Tullio Bernabei e Frank Vanzetti
Produzione: La Venta
Il film racconta una nuova spedizione La Venta in un luogo iconico, che ha dato il nome all’Associazione nel 1993. Nonostante siano passati oltre 30 anni c’è ancora molto lavoro da fare, soprattutto nelle grotte in parete che rappresentano una vera e propria sfida per gli esploratori.
A cura di Antonio Premazzi
Presentazione del libro a cura dell’autore.
A cura di Isabella Abbona.
A cura di: Martina Spada e Mattia Panzeri
Quando entriamo in grotta, abbiamo una grande responsabilità: preservare l’ambiente ipogeo e tutte le forme di vita che lo abitano. Tra queste, i pipistrelli sono forse i più noti, ma quanto conosciamo davvero il nostro impatto su di loro? E quanto siamo consapevoli dell’importante ruolo che, come speleologi, possiamo avere nella loro tutela?
Due chirotterologi ci guideranno in un viaggio alla scoperta del mondo dei pipistrelli: la loro biologia, le sfide che affrontano e le buone pratiche per proteggerli, rendendo ogni nostra esplorazione un gesto di conoscenza e rispetto.
A cura di Alessandro Uggeri
Esplorazioni speleologiche tra ghiaccio e roccia presso il Passo dello Stelvio., completate da un ricerche scientifiche che comprendino test con traccianti, analisi isotopiche, microbiologiche , datalogger temperature. Ne rsce un quadro di un carsismo in alta quota dominato dalla temperatura, che conbdiziona l’idrogeologia, l’estensione dei ghiacciai, la percorribilità delle grotte
Associazione Speleologica Progetto Supramonte (Aspros)
Nel Monte Albo di Siniscola in Sardegna, viene scoperto nel 2024 un grande sistema carsico tutt’ora in esplorazione, con un fiume al suo interno, diversi affluenti e morfologie molto particolari, unico nel suo genere.
Film con Giulio Venditti di Paola Ortolani
A cura di Rosario Ruggieri, CIRS ETS Ragusa
Si descrivono i risultati del Cyrenaica Karst Project, condotto dal CIRS ETS – Centro Ibleo di Ricerche Speleo-Idrogeologiche di Ragusa in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Bengasi nel corso di diverse campagne esplorative iniziate nel 2017, continuate nel 2018 e 2019 e, dopo una interruzione di 13 anni dovuta alla guerra civile che ha devastato il paese, riprese nel 2022-2023-2024-2025. Le ricerche ancora in progress, si prefiggono la caratterizzazione dei fenomeni carsici della piana di Bengasi e del Jebel Al Akhtar, con aspetti applicativi sulla tutela degli acquiferi carsici, la individuazione delle aree a rischio di crollo da vuoti carsici nelle aree urbane e la proposizione di Geositi e/o Geoparchi di aree di particolare valenza sotto il profilo carso-geomorfologico.
A cura di Lorenzo Bordin, Maria F Trombini, Andrea Benassi, Cristian Monticone e Letizia Tassi.
sistema subglaciale del Mittelbergferner, il secondo ghiacciaio più esteso del Tirolo.
A cura di Sandro Mariani, Gruppo Speleologico CAI Fabriano
Dopo più di 20 anni da una pre-spedizione del Gruppo Speleologico CAI Fabriano nel parco nazionale di Tingo Maria, speleologi provenienti da gruppi marchigiani e abruzzesi si organizzano per proseguire le esplorazioni della grotta de Las Lechuzas, dove un fiume sotterraneo torna alla luce dopo un viaggio sconosciuto di oltre 5 km all’interno della montagna. La zona, per la maggior parte inesplorata, risulta particolarmente interessante e ricca di fenomeni carsici.
Interverranno Clarissa Brun, Franco Riosa, Alessandra Ressa e Pietro Rosenwirth del Club Alpinistico Triestino.
Pietro Rosenwirth, disabile motorio triestino, ha compiuto quella che sembrava una missione impossibile: la discesa nella grotta Norma Cossetto sul Carso, accompagnato da 12 speleologi del Club Alpinistico Triestino. Grazie a tecniche di soccorso in grotta e al coordinamento della caposquadra Clarissa Brun del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, è stato possibile superare pozzi e strettoie in corda fino alla magnifica sala terminale, dove Rosenwirth ha condiviso un momento di riflessione ed emozione con il gruppo.
A cura di Andrea Benassi (Acheloos Geo Exploring) Lorenzo Bordin, Maria Trombini (Gruppo Speleologico Lavis) Cristian Monticone alias Lazzaro (Gruppo Speleologico Piemontese)
Le grotte glaciali non sono tutte uguali. Nel panorama della speleologia praticata all interno dei ghiacciai, esiste una particolare tipologia di vuoti collegati al complesso rapporto tra criosfera e manifestazioni vulcaniche magmatiche e idrotermali. Le grotte che si formano in questo contesto vengono definiti cavità glaciovulcaniche o anche fumarolic ice caves (Fic). Le grotte di questo tipo attualmente note sono poche e concentrate in poche zone del Pianeta. Antartide, nord america, estremo est della Russia e Islanda. Proprio in Islanda abbiamo deciso di organizzare una pre-spedizione per verificare la situazione attuale e le potenzialità di diverse zone adatte a questo tipo di cavità. Tra le più importanti sicuramente l area del ghiacciaio Vatnajokul dove negli anni 80 del secolo scorso gli speleologi svizzeri guidati da Gerard Favre esplorarono importantissime grotte di questo tipo. Nelle tre settimane di spedizione oltre a verificare lo stato delle grotte già note abbiamo esplorato altre zone individuando un nuovo sistema glaciovulcanico collegato al campo geotermale di Hveradalir. Questo sistema composto da grandi gallerie e collegato ad un grande calderone glaciale, presentava al momento dell’ esplorazione anche un enorme lago in via di svuotamento, contenuto in una sala di circa 80 metri di diametro. Una struttura che getta luce sul complesso comportamento tra attività idrotermale e laghi subglaciali. Il sistema, esplorato per quasi un chilometro di sviluppo, si pone ad oggi tra i più grandi attualmente noti.
M. Polok, M. Słupińska, A. Pereswiet-Soltan, Sylwia Pospuła, M. Macioszczyk,
Fundacja Speleologia Polska – FSP, Institute of Systematics and Evolution of Animals Polish Academy of Sciences – ISEA PAS, Club Speleologico Proteo Vicenza – CSP, Grupa Ratownictwa Jaskiniowego – GRJ.
Nel 2021 è partita la prima spedizione della Fondazione Speleologia Polska nell’ambito del Progetto Valbona. L’area di studio ed esplorazione comprende le regioni incontaminate della parte alta e media della valle del fiume Valbona, situata nelle Alpi Albanesi. Nel corso di cinque spedizioni internazionali successive sono stati perseguiti due principali obiettivi:
1. la ricerca ed esplorazione di nuove grotte;
2. lo studio e la documentazione degli ambienti sotterranei scoperti.
La scoperta esplorativa più significativa è stata la grotta “Shpella e Valbones” (–725,5 m di profondità e 2,41 km di sviluppo), individuata nel 2021, che nel giro di tre anni è diventata la grotta più profonda dell’Albania. Le attività scientifiche, condotte parallelamente, hanno avuto un carattere interdisciplinare, con particolare attenzione agli studi chiropterologici, microclimatici e paleozoologici, ma anche a ricerche di tipo biospeleologico, dendrocronologico e geomorfologico. Alle cinque spedizioni hanno partecipato 56 speleologi e ricercatori provenienti da 24 club e istituzioni scientifiche di tre Paesi: Polonia, Ucraina e Italia.
A cura di Leonardo Latella ( Museo di Storia Naturale di Verona) e Giorgio Annichini ( Gruppo Amici della Montagna Verona)
I depositi di ghiaccio delle grotte rischiano di scomparire completamente entro un decennio, con la concomitante perdita irreparabile di dati storici sul clima, sulle condizioni ambientali e sulla vita che ospitano. Le grotte con ghiaccio rappresentano infatti ecosistemi unici, caratterizzati da condizioni di freddo estremo unitamente alla scarsa luminosità tipica degli ambienti ipogei. Vi si trovano specie animali troglobie e stigobie, già adattate alla vita in ambienti sotterranei, che mettono in atto anche strategie di sopravvivenza al freddo. A queste si aggiungono specie tipiche di ambienti glaciali o nivali di superficie che riescono a colonizzare le zone più profonde delle grotte con ghiaccio, capaci quindi di sopportare anche l’oscurità. Si sa ancora molto poco sugli adattamenti fisiologici e morfologici delle specie delle grotte con ghiaccio e, data la velocità con cui questi ecosistemi stanno scomparendo, è necessario intensificare la ricerca su questi ambienti unici. Per questo motivo, il Museo di Storia Naturale, in collaborazione con il GAM-Speleo e altri gruppi speleologici, hanno iniziato a studiare l’ecologia e la fauna delle grotte con ghiaccio delle Alpi e delle Prealpi, dando vita alla prima ricerca biologica completa su questo tipo di ambiente in Italia.
di Giorgio Tomasi un docu-film sulla tragedia del Buco del Castello del 1966.
A Roncobello (BG), in alta Val Brembana, nel cuore delle Orobie bergamasche, si apre il Buco del Castello, una grotta scoperta nel 1956 da un gruppo di speleologi lombardi. Dieci anni più tardi, nel 1966, le esplorazioni avevano già raggiunto i 300 metri di profondità. Fu in quel marzo che il Gruppo Speleologico Bolognese organizzò alcune spedizioni decisive, affrontando il grande pozzo di 82 metri e i tre salti successivi.
Durante il ponte del 25 aprile 1966, una nuova esplorazione si trasformò in un drammatico imprevisto: alcuni componenti della squadra rimasero bloccati all’interno della grotta. Da quel momento ebbero inizio ore di angoscia e di coraggio, raccontate oggi nel mio docu-film “Quasi senza fine”, attraverso le voci dei protagonisti e dei soccorritori.
Il film ricostruisce, giorno dopo giorno, le concitate operazioni di salvataggio, riportando alla memoria un evento che allora ebbe enorme risonanza mediatica in tutta Italia e che ogni speleologo ha sentito almeno una volta narrare.
Un film di Giorgio Tomasi, nato grazie alla collaborazione di molti amici.
Un documentario che intende consegnare al pubblico la testimonianza di una vicenda legata al mondo della speleologia, una cronaca che merita di essere ricordata anche da chi non frequenta il mondo sotterraneo.
PROGRAMMA DEL
1 Novembre
Commissione Catasto Cavità Naturali
Confronto aperto su grotte, rilievi e catasto: verso una banca dati più ampia, funzionale e accessibile.
Spazio anche a nuovi strumenti e nuovi metodi, come Cavway (con i primi feedback degli utilizzatori), NASO e altri sistemi di tracciamento, rilevamento e gestione dati.
A cura di Luca Pisani
A cura del GASV
Presentazione del Nuovo Museo nella contrada Lesi
Organizzata dalla FUGS Federazione Umbra Gruppi Speleologici – Luca Bussolati
A cura del GASV
Proiezione del filmato di Rovere’1000 e delle ultime esplorazioni
A cura di Simone Villotti
Il Deep Frasassi Project è un’iniziativa di esplorazione e documentazione speleosubacquea del sistema carsico di Frasassi, una delle realtà più affascinanti e complesse d’Europa.
Il progetto nasce con l’obiettivo di:
•esplorare e mappare nuovi tratti sommersi ancora sconosciuti,
•rilevare e mappare nuovi ambienti ,
•documentare con immagini e video di alta qualità gli ambienti ipogei,
•condividere con la comunità speleologica e subacquea le conoscenze acquisite.
Il team è composto da speleosubacquei, speleologi, fotografi e tecnici che, con approccio collaborativo, mettono a disposizione competenze e attrezzature all’avanguardia. Il progetto rappresenta una continuità naturale con le storiche
esplorazioni a Frasassi, ma con un approccio moderno che integra rebreather di ultima generazione, sistemi di rilievo subacqueo e raccolta dati fisiologici in collaborazione con istituti di ricerca
Un film di Frank Vanzetti e Luca Gandolfo
Produzione: La Venta
Un potenziale speleologico di oltre 2500 m di dislivello, una zona carsica praticamente vergine e centinaia di grotte inesplorate. La Venta ha compiuto la sua prima spedizione in questa zona della Colombia, sulla Cordillera Oriental, la più grande e sviluppata delle tre cordigliere colombiane (Occidental, Centrale e Oriental) in cui si divide la catena delle Ande.
A cura di Stefano Gambari
Risultati delle tre spedizioni svolte dal 2017 al 2025 nei distretti Southern Highlands e Gulf in Papua Nuova Guinea (PNG), dapprima sconosciuti dal punto di vista speleologico: raggiunti 65 ingressi ed esplorati oltre 13 km di gallerie. Proiezione del videoclip Tripela man i bilong hul i bilong graun. Tides 2024-2025 di Ermete Ricci. Illustrazione del Notiziario 21 dedicato ad inquadramento geografico e storico, descrizione e rilievi delle grotte in PNG , saggi di carattere diaristico, sociale ed etnografico, Anticipazioni sul 20, dedicato alle spedizioni svolte in Honduras, Indonesia (Seram), Marocco, Islanda, Montenegro e Grecia (Creta).
A cura di Gigi Casati
Panoramica delle esplorazioni in Europa e in Italia. Si parlerà delle sorgenti di Dubanac e Bacovaz in Croazia. Si passerà dalla Svizzera con i sifoni di Vallorbe.Per l’Italia si descriverà la desiderata giunzione tra la grotta di Aladino e la sorgente del Fontanone. Si scenderà geograficamente nel Cilento per raccontare le esplorazioni dell’Orrido della grotta di Castecivita e della risorgenza del Bussento.
A cura del Gruppo Speleologico CAI Verona
Gruppo Lemuri in collaborazione con Guido Gonzato e altri amici.
Associazione La Venta con Francesco Sauro
Nel cuore dell’Amazzonia colombiana, attraversate dalla linea equatoriale, si ergono le enigmatiche montagne del Chiribiquete. Nel dicembre 2024, una spedizione guidata dall’antropologo Carlos Castaño Uribe, insieme a Francesco Sauro dell’Associazione La Venta, ha portato alla luce una serie inedita di murales che raffigurano le mitologiche figure degli uomini giaguaro. Oltre alle pitture gli speleologi esplorano una grande grotta attiva nelle quarzoareniti, con uno sviluppo di oltre 1,5 chilometri.
A cura di Gina Mosley
Ricerche scientifiche nelle grotte della Groenlandia: alla scoperta della storia
climatica dell’Artico settentrionale.
A cura del prof. Piero Dal Tio.
Tutti conosciamo i fenomeni delle maree marine e di quelle terrestri, ma meno compresa è l’azione gravitazionale sulle acque ipogee, specialmente su quelle non comunicanti con il mare. Il progetto si articola con lo scopo generale di indagare tale fenomeno nelle acque sotterranee raggiungibili attraverso le grotte
Andrea Pereswiet-Soltan, Sylwia Pospuła,Institute of Systematics and Evolution of Animals Polish Academy of Sciences – ISEA PAS, Club Speleologico Proteo Vicenza – CSP
Durante l’esposizione vengono presentati i risultati preliminari di uno studio sui pipistrelli e sulle variazioni di temperatura condotto in due grotte situate nel nord-est dell’Italia: Buso della Rana e Buso della Pisatela, a Monte di Malo, in provincia di Vicenza. Queste due celebri grotte venete sono collegate e formano il noto sistema carsico Rana–Pisatela, che si sviluppa per circa 40 km complessivi. Entrambe le cavità presentano un andamento labirintico, con ampie sale e corridoi alternati a stretti passaggi. La differenza principale tra le due grotte è che l’ingresso del Buso della Rana è molto ampio e si apre in un ambiente aperto, lungo il versante della collina, mentre quello del
Buso della Pisatela è più piccolo e si trova all’interno del bosco. In varie zone delle due grotte sono stati installati microfoni per la registrazione degli ultrasuoni emessi dai pipistrelli e datalogger per la misurazione delle variazioni di temperatura. Un ulteriore obiettivo dello studio era valutare in che modo l’attività speleologica possa interferire con l’ibernazione dei chirotteri; per questo motivo gli strumenti sono stati collocati in particolare lungo i percorsi di maggiore frequentazione “turistica”. Alle uscite del progetto hanno partecipato speleologi appartenenti a diversi gruppi veneti. Il progetto ha il patrocinio della Federazione Speleologica Veneta FSV e una parte della strumentazione proviene dal contributo del premio 5×1000/2021 della Società Speleologica Italiana SSI.
Andrea Scattolini
Festa del tesseramento
A cura di: Associazione Treviso Sotterranea: Massimiliano Zago e Gruppo Naturalistico Montelliano: Marcello Pellegrini
A cura di Francesco Sauro (Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova e Presidente Associazione La Venta).
Negli ultimi vent’anni la scoperta di grandi ingressi di grotte su altri pianeti come la Luna e Marte ha aperto inaspettate prospettive per l’esplorazione umana, alla ricerca di possibilit tracce di vita o di record nascosti della storia del Sistema Solare. Un grande contributo è arrivato proprio dai ricercatori italiani, che hanno fornito le prime analisi delle dimensioni di queste grotte, probabilmente tubi lavici, nei vari corpi planetari. Per comprenderne la formazione e le potenzialità scientifiche è fondamentale partire dallo studio delle grotte vulcaniche terrestri. L’Associazione La Venta, con il supporto di National Geographic, ha dedciato gli ultimi anni all’esplorazione dei tubi lavici del vulcano Fagradalsfjall in Islanda portando sul campo diversi scienziati e nuove tecnologie. Questo lavoro, fortemente voluto dal ricercatore Riccardo Pozzobon, recentente scomparso in una spedizione in Alaska, è stato la base di ulteriori scoperto, come il più profondo sguardo dentro una grotta lunare, pubblicato dalla rivista Nature Astronomy nel luglio del 2024. In questa presentazioni si ripercorrono le tappe di queste scoperte e ci si addentra nel cuore ancora caldo dei vulcani per meglio comprendere le grotte planetarie, nel ricordo di Riccardo.
GGB – Matteo Rivadossi
La relazione dell’ennesima fortunata spedizione organizzata dal Gruppo Grotte Brescia in Filippine, che nella primavera 2025 nell’isola di Samar ha esplorato 19 km di cavità ricostruendo l’idrografia in gran parte sotterranea del Bugasan River.
Un film di Frank Vanzetti – Produzione: Team Esplorativo Acqua
Un Docu-Film e un tributo a un’opera straordinaria costruita agli inizi del ‘900 all’interno della grotta di Rio Martino (Piemonte – Cn). Una documentazione accurata, prima che il tempo cancelli tutto, anche il ricordo dei fratelli Perotti.
A cura di La Venta, Luca Imperio
Nel corso delle prime tre spedizioni effettuate nella Repubblica Democratica del
Congo tra il 2019 e il 2024, condotte con il supporto del Centre de Recherches
Géologiques et Minières (CGRM) di Kinshasa, diretto dal Prof. Roland Kakule, e con
la partecipazione di speleologi francesi, tedeschi e italiani, sono stati esplorati e
mappati circa 20 chilometri di grotte.
A cura di Tetide APS
A cura di Jo De Waele e Angelo Naseddu
Libro in italiano e in inglese edito nel 2025 dalla Associazione Speleologica Progetto Supramonte.
A cura di Fabio Bollini e Pamela Romano
Grotte, esplorazioni, luoghi magici e nascosti, personaggi bizzarri. Un lungo viaggio
sulle due ruote alla scoperta degli angoli meno noti del nostro paese…
Enrico Seddone e Davide Godani della Commissione Speleosubacquea della Federazione Speleologica Sarda
Progetto esplorativo della Commissione Speleosubacquea FSS nella grotta di Sa
Rutta ‘e s’Edera a Urzulei
PROGRAMMA DEL
2 Novembre
A cura di Marco Nigro, Vincenzo Di Michele
Rilievi BioSpeleologici sui microrganismi presenti nelle Grotte del Varesino. Nel buio delle grotte del Varesino si nasconde un mondo ancora in gran parte sconosciuto: quello delle popolazioni microbiche che abitano gli ambienti sotterranei più estremi.
A cura di Denise e Arianna
La Grotta delle Arenarie, situata sul Monte Fenera (VC), con i suoi 4 km di sviluppo e appena 150 m di dislivello, è un intreccio di rami stretti e complessi che hanno reso il rilievo e la rappresentazione grafica una vera sfida. Si tratta della grotta più estesa dell’area: un reticolo di cunicoli, strettoie e passaggi che seguono i principali sistemi di faglia. Questa complessità, con i suoi rami stretti e tortuosi, ha reso impegnativa la rappresentazione cartografica, ma il modello 3D permette oggi di visualizzare in modo chiaro e completo la struttura della cavità. Presentiamo qui uno degli ultimi lavori di Mauro Consolandi, che ci ha lasciati lo scorso maggio in un incidente in grotta. Mauro, che già da ragazzo negli anni ’70 aveva preso parte alle prime esplorazioni, ha guidato questa campagna di rilievo con DistoX e ha dato forma a un modello 3D capace di restituire la complessità che caratterizza questa grotta. Raccontare questa grotta significa andare oltre il lavoro tecnico: significa ricordare una storia di esplorazioni, passione e perseveranza, e rendere omaggio alla memoria di un amico
